29 Giugno alle 15:00
ASTA 120
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ЛОТ 670:
MAESTRO ARGENTIERE GIUSEPPE D'ANGELO, Importante ostensorio
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MAESTRO ARGENTIERE GIUSEPPE D'ANGELO, Importante ostensorio
Importante ostensorio realizzato a Messina dal maestro Giuseppe D'Angelo, in argento cesellato e sbalzato, con piede e fusto con decori a Rocailles, Cartouches, teste di cherubini e cherubino a tuttotondo nella parte sommitale. Mostra a raggiera, con nuvole e teste di cherubini.
Provenienza: Nobile famiglia siciliana.
Bibliografia: Maria Accascina, "Oreficeria di Sicilia dal XII al XIX secolo", S. F. Flaccovio editore, Palermo 1974.
Giuseppe D'Angelo, figlio di Mario, uno dei più qualificati maestri argentieri messinesi della fine del '600 inizio '700 in un momento storico di grande fioritura della città che si rifletteva nei moltissimi cantieri per la costruzione di palazzi, chiese e fontane che andavano ad aggiungersi alle moltissime lasciate dai grandi architetti del '500. Nelle chiese come nei palazzi o negli addobbi per le feste con archi di trionfo o macchine effimere, tutto contribuiva all'esplosione di fasto che coinvolgeva ogni forma artistica. Le botteghe degli argentieri erano anch'esse al centro di questa frenetica produzione sia per gli apparati sacri sia per l'aspetto profano destinato ad un'aristocrazia e ad una società colta e raffinata. Accanto a Mario e al figlio Giuseppe D'Angelo ritroviamo i nomi di altri straordinari interpreti del panorama artistico orafo del momento quali la famiglia di Pietro e Gregorio Juvara, di Gaetano e Antonio Martinez e molti altri felici interpreti di questa straordinaria arte. A Mario sono da ascrivere opere di grande rilevanza quali il Busto di Santa Venera del Duomo di Acireale (1651) e altre opere su cui Mario lavora accanto a Pietro e Antonio Juvara e Giuseppe al fianco di Sebastiano e Filippo Juvara in un'eccezionale sodalizio tra gli esponenti delle più qualificate famiglie orafe del Barocco siciliano. Anche Giuseppe segue la moda dell'epoca eseguendo il Busto Reliquiario di San Giorgio nella omonima chiesa di Ragusa. Ispirata alla fontana dell'Orione opera di Giovanni Antonio Montorsoli, eseguita tra il 1547 e il 1553, la sontuosa alzata da tavola in argento eseguita da Giuseppe intorno agli anni 70 del '600, opera in cui l'artista orafo riesce perfettamente nell'adattamento di forme scultoree alla plasticità ed alla sensibilità proprie della definizione di questa materia. Anche se non si conosce con esattezza, con molta probabilità il committente di questa straordinaria opera può essere individuato in Antonio Ruffo nel cui palazzo si accumulavano in questo periodo opera d'arte di ogni tipo ed al tempo stesso rappresentava il fulcro attorno a cui ruotava la vita culturale ed intellettuale del tempo.
cm 27 x 16 x 60,5
Categoria: Argenti